Preparati che ti passo a prendere
Voglio fare un giro in macchina senza dirci niente
Ho disimparato la cortesia, ho scordato i convenevoli
Sono più prossima a un animaletto dopo tutti questi mesi rintanata
che a una donna dai modi carezzevoli.
Ma spero non ti importi e sinceramente non mi interessa
Se avrai voglia anche tu di starmi in silenzio accanto
faremo un giro fino a una casa alla fine del mondo
Zitti, assorti, come in un rito di benvenuto,
di bentornata alla primavera che non lo sapeva mica del disastro cellulare,
e ha già cominciato lo stesso da un pezzo a sbocciare,
oscena e raggiante come una ballerina di striptease procace e generosa,
che si dimena attorno a un palo senza raccontarsi, peccaminosa,
che non importa se non la vede nessuno mentre balla quanto è bella ,
che lei balla lo stesso e sboccia e se non la guardi e non passi mica importa,
un rito di bentrovate voglio fare se andiamo a fare quel bel giro,
di bentrovate alle tue labbra turgide e grandi così come me le ricordo,
così come ci sbatterei contro come un incidente, ma senza che te lo posso dire,
che deve capitare a caso, che sfiorarle allora sembrerà d’aver vinto il jackpot,
che maggio sorriderà allora come i crochi viola dopo il disgelo, che fanno capolino dalla neve, che ogni pudore sviene, che niente ci trattiene, come le cose buone che non puoi chiederne scusa, come il caffè col miele , che domani lo prenderemo al banco e vedrai se non accade, che poi domani di cosa cade? E di che giorno viene? Che toccherà riprendere in mano il calendario prima o poi dicono, ma facciamo poi, facciamo dopodomani, che mi son scordata come si contan le ore nell’orologio, e che intanto ti bacio, alla faccia dei virus, alla faccia del trovar qualcosa da dirsi, alla faccia della fantasia, che sta a zero se scontro la tua faccia con la mia, che voglio solo vedere non ti preoccupare, fare un giro lungo per vedere tutto, tocchicciare cose,
fare un giro fino a prender freddo, coi finestrini abbassati, con le maniche corte, con i gomiti sporti, con la voglia di finire il panorama, di arrivare a confine di regione e sentirci Bonnie e Clyde in una qualche fuga dall’ordine,
E lo faremo quel giro, sissignore, e inventeremo delle feste, tieni vicino il cellulare, che li chiamiamo tutti, tutti quelli che ci sono mancati, tutti quelli che vorresti abbracciati, tutti quelli con cui vorrei ridere, tutti e senza sconti, anche quelli più insipienti, anche quelli che boh vattalapesca che hanno in testa, che se c è una cosa che mi ha regalato la pandemia è finirla una volta per tutte con la ritrosia, con le paranoie, col chissà come la prenderanno, che io nel frattempo ho imparato che mi tuffo, ho imparato che prendo le multe se faccio il bagno al mare a Pasqua ma valeva la pena, e ho imparato che va bene sempre, che va bene uguale, che si scansino gli altri se non ci stanno dentro, che scrupoli zero o mai più che mi risparmierò ancora meno, che ho mille giri in canna, e poi se ci fossi sempre tu nel sedile accanto al conducente non sarebbe male per niente.