Questo è un mini diario di bordo, un fortino sonoro,
Una pagina bianca da imbrattar ogni volta.
Un po’ a trasporto, un po’ assorta e fluttuante
Ogni domenica per mettere un punto
Ogni domenica un geolocalizzatore
Che mi segnali l’epicentro dei terremoti del cuore
Questo è il mio box la mia scatola nera
Di scatti e playlist o semplicemente su cosa ho ballato ieri sera.
Mxs Sunday 01
Creato il 8 Marzo 2020
Scritto da Eleonora Fiorani
Questo primo podcast cade strategicamente eppur davvero casualmente, in una giornata spartiacque, cosi simbolica e miliare, per la storia universale delle Donne tutte, e per un mio privato piccolo/grande anniversario e nuovo capitolo di sconvolgimento esistenza-riassetto-e-
Mi astengo anche, pur nell’ovvia solidarieta’ pandemica, dal pronunciarmi sul corona caos, and so the story goes… forza a tutti.
A Voi le parole di Nur:
<<Ciao ragazze, mi fa piacere condividere con voi questo articolo che parla dell’abbandono di Elizabeth Warren dalla campagna elettorale US. Per chi non la conoscesse, si tratta di una signora di una certa età estremamente competente su una quantità di argomenti incredibile, simpatica e soprattutto con la risposta sempre pronta. Una di quelle che, durante un dibattito, “arrostisce” i candidati, come dicono gli americani (noi diremmo che li “asfalta” ma il succo è quello).
Si è ritirata perché nell’ultima tornata elettorale i risultati non sono stati quelli attesi, e ci sta, lo hanno fatto tanti altri candidati, uomini o donne che siano. Quando, incalzata da una reporter, le hanno chiesto se nella sua sconfitta c’entrasse la misoginia, lei ha risposto: “questa è la classica domanda a trabocchetto che viene rivolta ad ogni donna. Se dici di sì, che nella tua sconfitta ha pesato anche il sessismo, tutti pensano che tu sia l’ennesima donna che frigna e si lamenta. Se dici di no, la maggior parte delle donne penseranno “ma in che pianeta hai vissuto finora?” Ecco, ha ragione.
In questo articolo si analizza un sentimento che è molto comune quando guardiamo alle politiche e in generale alle donne di successo (penso per esempio a Boldrini, Jebral in Italia), ovvero: “sì sono anche d’accordo con quello che dice, ma mi sta sul cazzo, mi innervosisce”. E al perché si risponde di solito: “perché fa troppo la maestrina” oppure “è troppo pesante”.
Quel “fare troppo la maestrina” è la sensazione che provoca di solito una donna che dimostra di avere tutte le carte in regola e di avere ambizione. E’ la sensazione che provoca una donna che non chiede scusa di esistere, che non apre ogni propria frase con “magari sto dicendo una cazzata ma…”. Una donna competente e sicura di sé, che sa quanto vale e prova ad ottenerlo (proprio come fanno gli uomini). E quando si tratta di lavoro, più una donna cerca di dimostrare con prove tangibili la propria competenza e sicurezza, più si dimostra quindi meritevole di detenere qualche tipo di potere, e più viene percepita come “maestrina” o come una persona altezzosa, boriosa. La sua intelligenza, esperienza, persino la sua compassione – vengono percepite come minacce. Come se le avesse “rubate” a qualcun altro.
Questo sentimento che scatta (negli uomini come nelle donne, e in quest’ultimo caso alimenta lo stereotipo delle donne in competizione che si tirano i capelli vicenda) non è altro che il meccanismo di difesa del patriarcato, che cerca di preservare un ordine precostituito punendo chiunque cerchi di modificarlo.
Purtroppo ci caschiamo in tante (anche a me è capitato) ma penso sia utile continuare a “smascherare” questi meccanismi per esserne consapevoli, magari spiegarli anche a qualche uomo, e provare a cambiare le cose un poco alla volta>>
Buon 8 marzo a tutte e tutti e… Enjoy my first mix!