THE ONE WHERE THEY WERE THERE FOR ME
Creato il 16 Dicembre 2020
Scritto da Sara Gambaccini
“I’m not so good with the advice. Can I interest you in a sarcastic comment?”
– Chandler Bing –
Netflix e Prime toglieranno Friends dal catalogo. Già dal primo dicembre all’inizio di ogni episodio in alto a sinistra compare la disgraziata scritta “Friends sarà visibile fino al 31/12/2020“.
Un ultimatum dalla Cina avrebbe fatto meno male.
Poi, pochi giorni fa, il contrordine di Netflix Italia: lo show resterà anche dopo tale data, senza specificare fino a quando.
Ma io lo so.
Lo terranno almeno fino a quando Warner Bros deciderà di portarmi via dall’appartamento viola di Monica, visto che HBO ha acquistato i diritti dell’intero catalogo (bello sforzo, HBO è della Warner… come me che compro il regalo a mio marito con i suoi soldi, e poi mi bullo pure).
Quindi non esulto, ma mi godo comunque l’ennesimo rewatch, aspettando che arrivi in Italia il servizio streaming della Warner che si riprenderà prima o poi i miei sei idoli.
Non scriverò una recensione, di recensioni su Friends ne potete trovare a migliaia (letteralmente) in rete. E poi non saprei farlo, non credo potrei usare altri termini oltre OH MIO DIO FRIENDS E’ BELLISSIMO. Diciamo che l’esaltazione è qualcosa che non fa bene alle mie proprietà linguistiche, già messe a dura prova da una notevole ignoranza di base.
“E certo, tu invece di leggere Dostoevskij passi ogni minuto libero a guardare Friends!”
Si, è così.
Pranzo cena colazione, i 5 minuti necessari per indossare e allacciare gli scarponcini, mentre taglio le verdure o spolvero la libreria.
Loro sono sempre lì.
Non so più stare senza.
Sono la boccata d’aria quando ti siedi per un pasto velocissimo, sono la speranza di una buona giornata durante il caffè alla mattina, sono l’abbraccio di sera quando sei sfinita.
Sono la mia medicina quando sono sul divano al buio con l’emicrania, e vorrei solo piangere fino a svenire.
Quando arrivarono in Italia ne rimasi colpita, erano divertenti, ma avevo vent’anni, e una sola tv in casa. Non potevo guardarlo in maniera assidua, e non è che mi importasse poi molto, in fondo c’erano Lorelai e Rory Gilmore a tenermi impegnata.
Cosa guardare lo decideva sempre mio padre, e le sitcom non sono mai rientrate nel suo palinsesto, fatto di detective tedeschi, cowboys risalenti al paleolitico, varietà con zinne di fuori e pessime barzellette (quelli piacevano anche a me, lo ammetto).
Quattro anni fa Netflix acquista tutte e dieci le stagioni e io ero tutta un “oh che bello, così mi guardo finalmente questo show come si conviene, e magari ci capisco anche qualcosa”. Non sapevo cosa mi stava aspettando. Lo trovavo interessante in italiano, ma in lingua originale è stata una sorta di esplosione nel cervello. Roba buona che arriva subito alla testa. Ogni singola battuta è pure gold, dopo 25 anni il web è pieno zeppo di meme e quotes sui nostri sei di New York.
E io mi sono finalmente resa conto dell’immensa bravura di questi sei attori che ancora oggi non riescono a togliersi di dosso i loro rispettivi personaggi, e che non hanno nessuna intenzione di farlo. Jennifer Matthew David Lisa Courtney Matt si cercano ancora, passano tempo insieme, e si scambiano aneddoti del loro stesso show sui social, seguiti da milioni di followers adoranti.
In 4 anni credo di aver fatto 7/8 rewatch, e ancora non mi basta.
Non mi stanco mai di vedere Chandler allargare le braccia sulla poltrona del Central Perk esclamando “and I just want a million dollar“ mentre Rachel entra vestita da sposa.
Di Joey che fa il piacione con le ragazze a suon di “how you doin’?“.
Di Monica che rassicura la sua amica dicendole “welcome to the real world, it suck and you gonna love it!“.
Di Phoebe…ops, scusate, di Regina Phalangi e della sua canzone “smelly cat smeeeellly caaaat!“.
Di Rachel che decide di scendere dall’aereo.
Di Ross e del suo “WE WERE ON A BREAK!!!!“.
Friends è uno show buono, delicato, mai eccessivo, molto intelligente e incredibilmente attuale. Mi rimette in pace col mondo.
Prenderò il cofanetto bluray: questi amici li vorrei sempre con me, una terapia costante da somministrare al bisogno, e di bisogno ce n’è tanto, soprattutto ora.