Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso.
L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!
[Friedrich Wilhelm Nietzsche – La gaia scienza – 1882]
Il tempo ciclico è un concetto che avvolge il pensiero umano dai tempi dell’antica Grecia, immediatamente accompagnato dal desiderio di superare questa ineluttabile ciclicità grazie alla possibilità di viaggiare oltre essa. Troviamo riferimenti a viaggi temporali anche nel Mahābhāratam, un manoscritto Hindi in sanscrito risalente al terzo secolo AC.
Ogni filosofo di ogni era ha esposto il proprio pensiero al riguardo, ogni fisico più o meno contemporaneo ha sviluppato teorie così interessanti che la Disney avrebbe materiale per fare ottimo cinema almeno per i prossimi 50 anni, se solo smettesse di produrre quegli orribili live action.
Provate solo ad immaginare per quante centinaia e centinaia di anni la mente dell’uomo si spacca su queste faccende.
E noi qui che ci lamentiamo perchè tra poco inizia la terza stagione di Dark, ovvero la più bella storia sui viaggi temporali mai raccontata, e non ci abbiamo capito una beata minchia.
Stephen Hawking si rivolterebbe nella tomba per le nostre menti limitate.
Sic Mundus Creatus Est, grazie anche a una grande grandissima colonna sonora.