Furlo
A volte vorrei aver il dono dell’ubiquità.
A volte sarei più volentieri nata albero, E aver messo radici in un unico esatto posto, uno soltanto.
A volte passare una domenica senza segnale nel telefono vale parecchio la pena, fare i km per arrivarci, il pieno da rifarci, il caldo afoso per raggiungerlo quel silenzio che si specchia nel fiume, e sfrigola nello specchio d’acqua contratto fra i zig zag della roccia rosa e le chiome verdone, come una bisciolina liquida e fosforescente in fondo al solco della valle vociante, solo, e a tratti, d’estate. E io viaggio a volte allora fin qui per questo, a ritrovare quello spazio, terso, diverso, e le parole, oh le parole, quelle adorate, della memoria.
Ed è stasi allora, e sono stati, repubbliche indipendenti tutte nostre, familiarità, avanposti di benessere e ricordi da dirci e ridirci, dieci, cento, mille volte e un’altra se non te la ricordi bene ancora quella storia… in una casetta alla fine del mondo, in quell’ anfiteatro di roccia defilato e nascosto in mezzo al bosco, che è il mio posto, con il più prezioso diamante conficcato proprio al centro, lì dentro. Questa domenica me la spasso proprio così allora, come sappiam fare io e lei da sempre, e me la tengo libera tutta per lei, a custodirla… e a ricaricarmi infondo la batteria del cuore pur’io a un tempo, io con questa roccia di donna, una Ferrari di nonna che ancora mi ritrovo, ogni giorno più piccina e scolorita ok, ma che vuoi!… questa con la mente frizzarella, e i vestiti di tutti i colori, che mi tiene botta, anzi è uno spasso… di accostamenti arditi e travolgenti, di immagini parti di una mente briosa e ondivaga ancora, a tratti adesso strampalata se vuoi, e spesso poi, ma che preziosità lo stesso questa mia signorina grande!!! Mi stringo al petto la sua testolina ricciola e canuta, con le antenne ritte per me fino allo spazio andata e ritorno, me l’accartoccio tutta contro per un po’, a questa secondamamma di prima classe, e confermo che sì, mi ha cresciuta davvero, e anche oggi, e ancora domani continuerà, rinnovandomi il dono più potente della mia cartuccera sparviera: nonna mia, maestra fantasia! E’ sempre oltre il tempo con TE.