Hey Google che canzone è questa?

Scritto da il 18 Ottobre 2020

Sarà capitato a chiunque di sentire in un certo momento di una certa giornata un motivetto, qualche nota, un ritmo casuale che passa alla radio, o fischiettato da un passante o il sottofondo di una pubblicità.
Sarà capitato a chiunque di iniziare a fischiettare quel motivetto, canticchiarlo in continuazione, farlo diventare il tormentone della giornata tanto da farti esplodere testa e orecchie, fino a fartelo odiare perchè come un tarlo nel legno si è insinuato nella tua mente e non c’è nessun altro rumore che possa fartelo dimenticare. ti è successo vero?
E che succede quando di quel motivetto non sai nulla o non riesci a ricordarti in nessun caso titolo, cantante o compositore? Quella è la vera tragedia.

Per fortuna ora abbiamo un fedele amico che risolve ogni nostro dubbio e ha una risposta a tutto, in ogni luogo, ad ogni ora. Risponde perfino ai dubbi sui nostri motivetti fischiettati e canticchiati.
Grazie all’intelligenza artificiale, il grande Google saprà riconoscere un brano semplicemente dal vostro fischiettio o mugugno al microfono del vostro smartphone. Vi basterà chiedere: “ehi google, che canzone è questa?” e potrete sbizzarrirvi a fischiettare, canticchiare o mugugnare il motivetto.

Tutto questo grazie al machine learning di Google che gestisce i fischiettii di tutti gli utenti trasformando la melodia in sequenza numerica e confrontando quella sequenza con migliaia di altre sequenze numeriche derivate da database di brani o fischiettii di altri utenti.
In poche parole, mentre Shazam lavora su algoritmi di database musicali a cui attinge grazie alle licenze che autori o etichette rilasciano ai vari distributori digitali (spotify, tidal, amazon music, ecc…), Google lavora tramite intelligenza artificiale andando a ricercare sia sugli stessi database, che da una base di dati che gli utenti stessi creano quando fischiettano o canticchiano un motivetto al microfono del loro smartphone.

Come persona a cui piace divulgare musica e averla sempre a “portata di mano” senza aspettare che passi di nuovo alla radio o che qualcuno la ricanticchi, trovo che Google abbia trovato una soluzione geniale, ma soprattutto che ci abbia dato il modo di sciogliere quel nodo in quel certo momento, din cui nella testa hai solo una domanda: “Ma di chi minchia è sto pezzo?…”


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